sabato 8 novembre 2014

Gli anni d'oro degli sbirri

Il Ministero degli Interni, per bocca del suo attuale inquilino pelato pro tempore (inquilino pro tempore, non pelato pro tempore) Angelino Alfano, ha rilasciato una nota nella quale si legge che “non tutti i manifestanti, i lavoratori, i tossici possono essere pestati a sangue nella stessa maniera”.
È un atto di profonda critica nei confronti del recente operato della polizia, una presa di coscienza del fatto che permangono differenze di censo, genere e classe tali da non poter essere sottovalutate quando si manganella un uomo a terra.
Anticipiamo dunque le direttive del nuovo Protocollo Nazionale Fermezza (PNF) caldeggiato dal Viminale, dove si delineano nel dettaglio le azioni che la celere deve compiere contro i manifestanti di diversa estrazione, per assicurare l'ordine pubblico nelle metropoli italiane.


Siderurgia – Acciai speciali
Come dimostrato dalla manifestazione romana del 29 ottobre, gli operai del settore siderurgico sono duri da battere, tuttavia non da rincorrere, vista la presenza di polmoni d'acciaio nel torace, lieve conseguenza dell'aver respirato per trent'anni polveri sottili di inox.
Gli impiegati dell'Umbria, Terni in particolare, suscitano maggior fastidio fra gli agenti in tenuta antisommossa per svariate ragioni: parlano con un accento a metà fra il romano, il toscano e l'abruzzese rendendo arduo il compito di riconoscere la provenienza geografica; il Sap ha già fatto sapere di “Non essere favorevole al codice numerico di riconoscimento per gli agenti, fino a quando non sarà riconoscibile l'idioma dialettale degli agitatori ternani”.
Il Protocollo prevede in questo specifico caso l'adozione del manganello di acciaio.
Una strategia di contenimento efficiente pare quella di convocare a Roma due volte a settimana gli operai dell'Ast, per sei mesi consecutivi, al fine di trattare su mobilità e riduzioni salariali, fino a prosciugare i conti correnti dei manifestanti in biglietti del treno e le casse del sindacato in pullman affittati – fino a quando, stremati economicamente e fisicamente, non stramazzeranno al suolo.
È la stessa strategia usata dai russi contro la campagna napoleonica del 1812.



Tossicodipendenti
Tipologia originale di manifestante, tende ad agire in maniera solitaria, il che lo renderebbe innocuo – sostiene il buon senso. Non di questo avviso il Ministero degli Interni, che nel capitolo del Protocollo intitolato Quando ci ricapita? insiste su un punto: proprio perché il tossico è solo, abbandonato, vale la pena di sfruttare la situazione accanendosi sul suo corpo, sfogando le frustrazioni di una vita, senza segretari generali della Fiom a rompere i coglioni per un buffetto sulle nocche.
Prestare molta attenzione a sorelle e familiari del tossico – d'altronde se è venuto su tossico qualche ragione ci sarà.
Il Sap ha dichiarato: “La droga è una piaga, per questo vedete le vescicole sul corpo del malcapitato”.
Se tutto questo non bastasse c'è sempre la magistratura rossa.

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