martedì 29 luglio 2014

Grazie, prego, scusi

Dovunque si rechi Papa Francesco ha delle scuse da elargire come noccioline: non stupitevi di incontrarlo sullo zerbino fuori dalla porta di casa mentre implora perdono per quella volta che lo scaldabagno elettrico Ariston degli anni '50 è andato in corto circuito, flippando il sistema di fornitura dell'intero isolato.
Ieri dai bambini che hanno subito abusi sessuali da parte di esponenti mattacchioni del clero, uomini che hanno preso troppo alla lettere il comandamento evangelico "ama il prossimo tuo come te stesso".
L'altro ieri in Calabria per non aver saputo fermare con le nude mani il terremoto di Nicotera del 1905, il giorno prima a Caserta per rendere omaggio alle vittime dei camorristi - notoriamente uomini di fede.


Ma se vogliamo un'opera pia ben compiuta, allora il Bergoglio farà bene ad aprire la manualistica storica e darci dentro: che mi dice delle discriminazioni etologiche alle quali la Chiesa sottopone i serpenti da tempo immemore, per un solo atto meschino di ben settemila anni or sono? E Giovanna d'Arco? E Pinelli?
Già si mormora nei corridoi del Vaticano di un'intervista fiume rilasciata dal Santo Padre per questa domenica a Eugenio Scalfari, nella quale l'argentino ammette di aver colpito alle spalle Caino mentre Dio non guardava, e aver alzato la mano contro il fratello Abele per ucciderlo. Roba da Vecchio Testamento con prescrizione assicurata, ma se vogliamo parlare di responsabilità politiche si sappia che i peccati non vanno in pensione.
Altre indiscrezioni che suonano di macabro: il boicottaggio del piantone dello sterzo di Ayrton Senna per ragioni etniche - Senna era Brasiliano. Il naufragio dell'Ercole il 1° marzo 1861 con a bordo Ippolito Nievo fu organizzato a tavolino nelle stanze dei bottoni di piazza San Pietro - Bergoglio preferiva l'italiano di Manzoni in prospettiva di una sua nomina a leader maximo della Santa Sede, e comunque mal digeriva l'anticlericalismo mazziniano del padovano. La "Mano de Dios" con la quale Maradona rispedì in patria gli imperialisti inglesi nel mondiale messicano del 1986, venne ispirata direttamente da un intervento del Pontefice, all'epoca Vescovo di Buenos Aires, al Concilio Vaticano II, nel quale si chiedeva espressamente  e con formula latina di "non cagare il cazzo sull'interpretazione zingaresca del regolamento".

Queste e altre decine d'imprese dalle tonalità chiaro-scure vengono raccolte in un libro in uscita per la Libreria Editrice Vaticana, dal titolo Tutti gli orrori di Papa Francesco - Scusassero, con una prefazione del direttore di Avvenire Marco Tarquinio (figlio di Tarquinio Prisco e Marco Aurelio) che evocativamente s'intitola Da Giuliano Ferrara alla Notte dei lunghi coltelli, dalle Torri Gemelle al selfie - tutti gli (o/e)rrori di una Chiesa moderna. 

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