Teheran si è svegliata mentre andava
in scena l'orrore.
Alle 9:37 – ora locale – un
manipolo di terroristi di cui è ancora ignota la provenienza hanno
fatto irruzione al civico 37 di viale Khomeyni, nella sede della
rivista satirica Rouhani Hebdo,
storica testata umoristica nella terra che fu di Persia.
Le
prime indiscrezioni trapelate parlano di quattro terroristi
cristiani, che armati di AK-47 hanno fatto irruzione dall'ingresso
principale indisturbati, per giungere nella sala riunioni al primo
piano dello stabile, dove hanno aperto il fuoco sui redattori
riuniti, come ogni mercoledì, per preparare il numero del weekend.
Le prime cifre delle vittime sono
inquietanti: 12 morti e 4 feriti, trasportati d'urgenza all'ospedale
più vicino, si trovano in condizioni gravi e combattono tra la vita
e la morte.
Già nel 2006 Rouhani Hebdo
era stato oggetto di minacce e lettere minatorie, in seguito alla
pubblicazione di alcune vignette che ritraevano tre cristiani
crocifissi con la didascalia “Tre è il numero perfetto”.
Nella capitale
iraniana si è scatenata una caccia all'uomo che dura da questa
mattina, le forze di polizia in collaborazione con i comandanti in
capo dell'intelligence stanno vagliando al setaccio ogni edificio
della città dove si abbia avuto notizia, negli ultimi quattro anni,
di presenze occidentali.
Profondo il
cordoglio per una tragedia inattesa quanto brutale: i Capi di Stato
dei paesi limitrofi stanno mandando messaggi di solidarietà al
Palazzo del Governo iraniano; il leader siriano Bashar al-Assad ha
usato toni forti: “Non ci faremo intimidire da questo brutale
attacco alla libertà d'espressione nel nostro mondo, daremo loro la
caccia fino a quando non li avremo scovati”. Hassan Nasrallah, uomo
di spicco di Hezbollah ha parlato dal Libano: “Vigliacchi, cani
codardi. Non cambieremo il nostro stile di vita e da domani mattina i
controlli sulle chiese e sui missionari si faranno più serrati”.
Intellettuali da
tutto il Medio Oriente si sono stretti in un abbraccio fraterno e
hanno pubblicato un appello su Al Jazeera per dire alle comunità
cristiane che prendere le distanze non è sufficiente; il loro
portavoce ha dichiarato: “Se dentro le vostre cappelle germogliano
i semi dell'odio, non basta condannare ex post gli attentati, dovete
collaborare con le autorità locali per sottoporre i vostri fedeli a
più stringenti controlli e per garantire i processi d'integrazione
fra Islam e Cristianesimo”.
Rouhani Hebdo
è un capolavoro della satira contemporanea che ha attraversato con
coraggio l'ultimo quarantennio di storia politica iraniana: nato
clandestinamente nel 1975 si diffuse fra gli studenti nel '79 allo
scoppio dello Rivoluzione Khomeinista, distinguendosi per la
decisione con la quale attaccava a suon di risate e sberleffo la
caduca dinastia dei Pahalavi, con vignette che ritraevano le statue
dello Scià in abbigliamento da Zio Sam.
A metà anni
duemila accompagnò la corsa alla presidenza di Mahmud Ahmadinejad,
scandendo la sua corsa elettorale con vignette che lo rappresentano
armato di katana mentre elimina i dissidenti politici facendosi largo
nel percorso che conduce alla poltrona presidenziale.
Dal 2006,con
l'arrivo di forti flussi migratori dall'occidente, la conversione
verso una satira “etnica”: disegni stilizzati dei cristiani
perseguitati, per mettere in luce il ridicolo che sottende a un Iran
sempre più multiculturale ma asserragliato su posizioni e pratiche
del passato. È già storia la vignetta che a poche ore dal brutale
attentato è stata condivisa oltre cinque milioni di volte su
Facebook, dove si vede una donna cristiana adultera, che dopo essere
stata lapidata sulla pubblica piazza partorisce sassi mente pronuncia
la frase “I love sex and Rock'n'roll”.
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