Vi risparmio volentieri il pippone di
fine anno solare, infarcito di leitmotiv insignificanti sul genere “è
ora di bilanci”, di “punti della situazione”, “domani è un
nuovo inizio” - uno perché non avrei la più pallida idea di che
cosa di dire, due perché domani non è affatto un nuovo inizio
almeno che con questa espressione non stiate intendendo un piccolo
passo per l'umanità verso l'estinzione.
Perché di questo si tratta amici cari.
Preferisco di gran lunga raccontarvi
una bella favoletta che ci dice molto sul nostro passato e abbastanza
su ciò che ci aspetta.
Sono uscite su La Lettura
– inserto del Corriere che definiamo culturale – le classifiche
annuali dei libri più “letti” in Italia; o per meglio dire i più
venduti.
È un fatto che il
gradiente di sviluppo di una civiltà si possa tarare anche su ciò
che i membri di quella civiltà leggono e scrivono: ad esempio non
vi sarà sfuggito che Virgilio era si un grande poeta, ma era
sopratutto romano cosa che ha contribuito non poco alla sua fama
successiva.
Vi sarete pure
accorti che il genere romanzesco nasce in Inghilterra e Francia
proprio nel periodo in cui mangia-rane e mangia-sterline dominavano
in maniera incondizionata.
Così si spiega
perché ad oggi, in tempi di crescita dell'egemonia orientale nel
mondo, ad andare per la maggiore sono gli oroscopi di alcuni matti
visionari che pensano esistano correlazioni fra il mio essere uno
stronzo e la posizione delle galassie. Fortunatamente molti fra noi
sono razionalisti incalliti e quindi vi concediamo il diritto di
divertirvi con le mappe in scala della via Lattea mentre cerchiamo di
salvare il pianeta al posto vostro – tranquilli, senza rancore.
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