mercoledì 1 gennaio 2014

Schumacher e le merde della rete libera

"Maestra, chiedo il permesso di stare in silenzio?"

Il silenzio, una di quelle facoltà di cui dovremmo riappropriarci negli anni a venire perché pare che sia stata completamente dimenticata da tutti i buontemponi che intasano lo pseudo mondo virtuale del web, con le loro cagatine instant-reading maleodoranti.

Schumacher si fa male, molto male, in un incidente sulle piste da sci, trauma cranico e finisce in coma. Questa è la notizia che viene riportata dalle agenzie.

Potrebbe non essere messa ai primi posti delle scalette informative italiche perché non è rilevante per la vita pubblica (principio ormai rimosso dal mondo dell'informazione) ma è altrettanto vero che veniamo da qualche decennio di campi rieducativi, nei quali ci hanno insegnato persino a contare i peli pubici di ogni strarlet televisiva priva di talento - quindi la cosa non mi meraviglia affatto.

Data però la totale irrilevanza dell'incidente di Schumacher ai fini di un qualsivoglia dibattito, si può tranquillamente decidere di tacere, passare oltre, cucirsi le labbra con la chiusura lampo a combinazione alfanumerica, se proprio si necessita di dare aria alla lingua, parlare di altro - mi pare che il pianeta sia stracolmo di angherie con il quale cibare il nostro disfunzionale senso dell'umorismo.

Invece no! Il popolo dei social network si muove come un sol uomo, come un mostro affamato di cazzate e pessimo gusto: escono le prime frasette innocenti su Schumi che "corre troppo", sul fatto che "gli piacevano talmente tanto le macchine, da voler finire in coma per restarci attaccato".

Sono il frutto della fantasia perversa di qualche stronzacchiotto, vengono riprese da altri stronzacchiotti che nei commenti ai post trovano una palestra arredata per le loro ignobili e carenti capacità linguistiche:

muio!!!
ahahahahah
Rebaltato..
Mi uccidi...
Schiumacher...ahahaha

Alle prime segnalazioni di qualche utente in grado di usufruire consapevolmente della legge Basaglia, vengono bannati da Facebook - che però ricordiamolo, esiste proprio perché possano avvenire fatti del genere, altrimenti perderebbe di senso - e se ne vantano in giro manco fossero degli anarchici che combattono lo Zar di Russia.

Sghignazzano per ore davanti all'ipocrisia delle persone sane di mente, rivendicano la propria libertà di espressione - un po' come se andaste in giro a sparare al prossimo per rivendicare la vostra libertà di movimento.

Passano ventiquattro ore e vengono perdonati dal Dio di internet, che in fin dei conti e come se dicesse "so' ragazzi" e possono quindi tornale alla loro libera attività di scorribanda e disturbo della quiete dell'intelligenza pubblica.

Ancora una volta: che tutto ciò valga da lezione per i profeti della libertà dilettatisi per anni a proclamare nuove modernità e intelligenze collettive in grado di combattere l'oscurantismo del passato.

La rete è un luogo come lo è il parcheggio di un centro commerciale e quindi dentro vi si può trovare di tutto: saggi pensatori e Dj falliti, bambini e pedofili, vivi e morti, ironia, satira, comicità come anche battute che non farebbero ridere nemmeno il più figlio di puttana fra i frequentatori del Limelight.

E non menatemela con la storia della "provocazione"; non c'è nulla di provocante in una merda lasciata cadere dall'ano di un chihuahua del pensiero dentro un parco giochi, non mi sconvolge, non mi spiazza, non mi fa sorridere né piangere - constato solo la notizia: una merda di chihuahua si trova sul manto erboso di un parco giochi.

Chissà quando verrà il proprietario a raccoglierla per portarsela in frigorifero?

Buon appetito.

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