lunedì 6 gennaio 2014

Il giorno in cui Eugenio Scalfari si prese a calci da solo

Potrei andare avanti ad infamarlo per decenni senza stufarmi mai e questo più che un motivo di vanto deborda nel campo dell'ossessione, ma fatto sta che il piacere che provo scavalca qualunque confine.

Prendersi a calci da solo può sembrare a voi inetti una mossa particolarmente ardua, ma dovete tenere conto che abbiamo davanti un tuffatore delle fantasie corporee, e comunque se non avete letto Proust non potete capire. Idioti.

Gli editoriali di Scalfari sono come le sigarette - sai che ti uccideranno prima o poi eppure continui a tirare in un desiderio di morte incontrollato, ne finisci uno e ne vorresti subito dopo un altro, non ti danno mai un pieno senso di appagamento.

Come ogni maledetta domenica anche il cinque gennaio pre-epifania il fattucchiere senza calze di Repubblica elargisce il suo carbone e le sue caramelle a bambini buoni e cattivi del mondo.

Titolo ecclesiastico come al solito: "Il Dio che affanna e che consola". Da quando Eugenio si è convinto di essere un teologo mancato qualsiasi polemica sul sesso degli angeli riacquista d'improvviso attualità. Scoprirete leggendo che il titolo non c'entra un cazzo con tutto il resto dell'articolo, ma voglio dire - la classe non è acqua - ed è come se il biondo ci stesse dicendo "ehi sono un intellettuale di sistema, me ne sbatto dei titoli congruenti all'argomento baby".

L'impostazione dell'articolo è quella standard Scalfari-terzamedia #nonsoscrivere; un fastidioso susseguirsi di "ho fatto", "ho detto", "in montagna con mio papà", "in bagno con mia madre" - tanto che per qualche istante arrivo a pensare che abbiano impaginato in maniera scorretta alcune delle facciate del Caro Diario di Violetta Superstar. Purtroppo la realtà è sempre più stronza di noi altri.

Scalfari inizia auto proclamandosi un "anziano molto curioso" contrariamente ad altri non ben specificati anziani "che hanno perso la curiosità". Per dare un minimo di credibilità intellettuale al proprio discorso sostiene anche che "la scomparsa della curiosità" nelle persone anziane è oggetto di trattazione da parte di molta filosofia, psicologia, psichiatria ma anche letteratura e arte.

Per una fottutissima volta: QUALI filosofi? QUALI psichiatri? QUALI artisti?

Si può tranquillamente sostenere che la merda è oggetto di dibattito filosofico fra le mura di una torre d'avorio - ma non per questa ragione la merda smetterà di puzzare.

Essendo Scalfari un vecchio curioso decide di ciclostilare una top five degli uomini e delle donne più influenti della nostra epoca - lontani i tempi in cui gli anziani curiosi rompevano le palle solo agli operai del comune nei cantieri a cielo aperto.

Nella top five oltre al fuori concorso Papa Francesco figurano Giorgio Napolitano, Angela Merkel, Enrico Letta, Barak Obama e Matteo Renzi.

Tralasciamo per un istante Bergoglio (che forse si, vediamo, in futuro, chissà, potrebbe anche essere, avere una mezza cippa d'importanza in quell'immenso oceano che è la Storia) e Obama la cui importanza è stata più che celebrata negli anni passati dai liberal-progressisti-maccheronici di mezzo mondo e culminata con il più immeritato Nobel per la Pace dopo quello conferito a Kissinger - e concentriamoci sugli altri nomi della lista di nozze di Scalfari.

Considerazione di carattere generale perché non ho il tempo né la voglia di smontare ogni bestialità scritta dal barba (l'editoriale potete leggervelo e farvi le vostre considerazioni) ma se un uomo è realmente convinto che gli individui in grado di segnare un'epoca siano Renzi e Letta allora io non so più come definire la povertà d'animo.

Sono, in questo preciso istante, due leader dell'unta e bisunta politica italiana - ruolo importante per carità - ma nulla di più. Se pensate di trovare capitoli dedicati a loro sui libri di storia fra qualche secolo vi auguro una lunga vita di salute fisica perché quella mentale vi ha già abbandonato da tempo.

Senza tenere conto del fastidioso vizietto della "stampa che conta" di innalzare a salvatori della patria grigi personaggi che di solito finiscono in disgrazia nel giro di pochi mesi o pochi anni. Che il giornalismo serva anche a leccare il culo con lingua biforcuta è un fatto assodato, che serva solo a questo è una disgrazia che ci sta costando lacrime e sangue.

Su Napolitano le solite sviolinate fra amici (perché si, ammette di essere molto amico di Giorgio ma questo non lo renderà affatto parziale nel giudizio) e non apre la bocca nemmeno una volta per citare qualche piccolo esempio di forzatura costituzionale che il presidente in carica ha attuato in questi due mandati presidenziali - come ad esempio le intromissioni sempre più costanti nell'attività del Parlamento o gli autografi facili a qualche leggina che sarebbe parsa incostituzionale anche un giurista del paleolitico.

Evitiamo di farci infinocchiare da agiografie di santi bevitori che a dire dello Scalfari dovrebbero rifondare l'Italia su di un nuovo Risorgimento; parliamo delle grandi personalità del passato - quelle morte possibilmente così non rischiamo le smentite - ma evitiamo ritratti funzionali ai propri inconsci desideri sessual-politici proprio perché il passato ha un grande vantaggio, che è per l'appunto quello di essere passato.

Il presente invece è irto di trabocchetti e pericoli e torna sempre a dare mazzate sui denti a chi non lo rispetta.

A  questo punto si passa al paragrafo dedicato all'economia, materia nella quale Scalfari prova ad impegnarsi ma con scarsi risultati - non è proprio portato l'uomo delle belle lettere per i brutti numeri che tanto asettici ci appaiono.

Rimandato a settembre, mettiamola così - anche perché su questa materia il fondatore di Repubblica scade in veri e propri errori (o forse menzogne chissà) oltre che in mistificazioni che puzzano di partito preso.

Parla dello spread - parola di cui è ormai innamorato - della sua lenta discesa sotto quota duecento punti base, fatto che farà risparmiare all'Erario per il 2014 tra i cinque e i sei miliardi di euro che verranno utilizzati per abbattere il cuneo fiscale. Idee chiarissime.

Un peccato però che lo spread sia un differenziale che varia nel corso dei mesi (se si scatenano altri shock più tranquillamente aumentare a prescindere dalle volontà demiurgiche di Scalfari) e che i titoli di stato per l'emissione di nuovo debito vengano collocati sul mercato due volte al mese più aste "straordinarie" in caso di necessità.

Un altro peccato è che se anche la chiromante Scalfari avesse ragione non c'è alcun motivo di credere che quei soldi risparmiati vengano utilizzati per l'abbattimento del cuneo fiscale o per tante altre belle cosucce, visto che i trattati europei da pazzo suicida che abbiamo firmato prevedono l'abbattimento del debito pubblico e la parità di bilancio - in un circolo vizioso e arrotativo che finisce con il non procurare crescita e di conseguenza aumentare il debito nonostante gli sforzi. Ma d'altronde Scalfari vive nel migliore dei mondi possibili che purtroppo non è il nostro, quello vero.

Chiacchiera ancora un po' di fantasmagoriche lotte all'evasione fiscale - slogan buono per tutte le occasioni anche al di fuori delle campagne elettorali - e di tagli della spesa pubblica corrente altro evergreen mutuato dai bignami distribuiti gratuitamente fuori dalla Bocconi.

Va a parlare di Angela Merkel e della Germania come un neofita che non sa nemmeno dove si trovi la repubblica federale sulla carta geopolitica dell'Europa.

Parla del grande successo ottenuto dai social-democratici tedeschi, nello strappare al governo di coalizione con la Merkel l'accordo per un salario minimo garantito che a dire di Scalfari "otterrà un deciso aumento del potere d'acquisto dei lavoratori e dei consumatori con la conseguenza che già si profila di un netto aumento della domanda interna e un freno oggettivo alle esportazioni fuori dall'area euro".

Sta parlando dell'accordo di governo nel quale l'Spd ha ottenuto la promessa di un salario minimo garantito intorno agli 8,5 euro per ora di lavoro.
In primo luogo, anche se la stampa italiana è di difficile comprendonio, questo è un accordo e non è ancora legge della repubblica federale tedesca - quindi calma con il cantare bandiera rossa assieme al compagno teutonico.

Secondo: molti osservatori qualificati ritengono che la misura sia sottodimensionata alla stragrande maggioranza delle aree del paese dove de facto un salario del genere già esiste e quindi la legge non inciderebbe particolarmente sulla domanda interna dei tedeschi.

Terzo: la Germania - consapevolmente o meno non ci importa - sono anni che attua una politica economica ed industriale basata sulla competizione salariale e sulle esportazioni. In parole povere significa modello di competizione cinese, dove i lavoratori non hanno il salario adeguato alla propria produttività e in questo modo rendono competitivi i loro prodotti sui mercati esteri, salvo abbattere drasticamente i consumi interni, la propria ricchezza e il proprio risparmio privato.
In questo momento storico misure di  leggerissima compensazione a favore del lavoratore dipendente non sono date dalla bontà del politico socialdemocratico tedesco, sono obbligate dalle contingenze storiche
prima che la situazione esploda fra le mani.

Scalfari può anche continuare a pensare che i socialisti tedeschi siano dei gran fighi perché sono post ideologici e si chiamano socialisti mentre noi in Italia abbiamo questa arretrata sinistra vetero comunista che infatti è governata ora da Renzi e che ha vinto le elezioni solo con Romano Prodi (due democristiani duri e puri), l'unica cosa che non può fare è parlare della politica economica tedesca senza saperne una beneamata mazza, senza leggere un dato nemmeno per sbaglio, senza guardare un grafico che gli chiarisca le idee in quella zucca vuota.

Quarto: a proposito della frase "...freno oggettivo alle esportazioni fuori dall'area euro." Il sotto inteso è che in questo modo i prodotti italiani o magari quelli spagnoli torneranno competitivi "fuori dall'area euro" ristabilendo armonia fra le nazionalità di questi splendidi Stati Uniti d'Europa.

Il problema, che ovviamente non conosce perché non è andato a guardarselo come qualunque intellettuale della crusca dovrebbe fare in queste situazioni, è che il surplus commerciale tedesco è realizzato dentro l'area euro a danno delle economie più deboli, quelle periferiche, i Pigs chiamatele un po' come minchia vi pare.

Solo che se questi paesi si impoveriscono perché vengono distrutti sui mercati dall'esportazione di prodotti tedeschi più competitivi (che peraltro infrange per proporzioni alcuni trattati ma questo sembra non essere un problema) non è più molto chiaro chi dovrebbe comprarsi  in Europa le Golf o gli elettrodomestici bavaresi sostenendo quindi le aziende tedesche che in casa propria non vendono a sufficienza perché non pagano a sufficienza i propri lavoratori.

Fuori dall'area dell'euro per dirla con Scalfari, le aziende tedesche ricevono bastonate in testa già adesso senza salario minimo a 8,5 euro, perché per quanto uno possa piegare la sindacalizzazione dei propri salariati e le loro buste paga è difficile che raggiunga i livelli di Cina o Corea senza implodere come paese per una crisi di domanda interna, che tanto per essere chiari significa crisi perché nessuno ha più soldi da spendere.

Vedete, questo pippone di cinquanta righe non è detto che contenga la verità, tutta la verità, soltanto la verità sul mondo o sull'economia tedesca che come tutte le econome e molto complessa e variegata, ha dei punti di forza ed altri di debolezza, ma è un fottuto discorso razionale che si basa su dei presupposti, difende delle tesi con delle argomentazioni appropriate, al contrario di quanto fa Scalfari ogni volta che si mette alla tastiera della sua Olivetti che profuma di bucato.

Lui si incorona re del mondo, lo Usain Bolt del pensiero prendi e scappa, inizia a scrivere  e dice tutto quello che gli passa per la suo testolina nazionale senza filtro, in una sorta di stream of consciounsness malato per lillipuziani del sapere, che non hanno la sbatta di guardarsi se ciò che è stato detto è minimamente vero o falso.

Sarà anche un vecchietto curioso, ma alla curiosità va aggiunta una buona dose di rigore, altrimenti si finisce per essere curiosi come i cani da tartufo che infilano il muso dentro i rovi di spine senza riuscire a tracciare una causalità fra quel gesto e il loro dolore - ricadendo quindi in errore tutte le volte.

Sono quasi stanco di doverlo ripetere, come un pugile che per tutti i round ha colpito un avversario inerte che si è scoperto poi fatto di gomma, ma il più importante editorialista dei Repubblica commette un grave torto all'opinione pubblica italofona quando scrive scemenze sulla Prussia o racconta delle sue smancerie e delle sue liaison con l'inquilino di San Pietro o con quello del Quirinale.

Ormai glielo scrivono anche in parecchi, affezionati fan del passato e ragazzini irriverenti del presente - ma l'unica cosa che conta e che se in tanti ti urlano nelle orecchie e tu continui a non capire o a non sentire è probabile che non siano loro muti, ma tu sordo.

A questo punto non posso nemmeno augurarle che le fischino le orecchie Herr Scalfari
 


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