Visto che siamo in tema di grandi
giornalisti, pensate un po' se una frase del genere l'avesse
pronunciata Enzo Biagi – r.i.p – che conduceva il più palloso
approfondimento politico dai tempi del De Monarchia,
che riusciva in cinque minuti a cavallo fra l'antipasto di mare e le
lasagne di tua nonna (non chiedete)
a farti desiderare intellettualmente Barbara D'Urso.
Fatto sta, ognuno
ha i tempi che si merita – ma questo non è passatismo.
Quest'anno una
partita di giro fra i tre principali network televisivi italiani ha
visto passare Nicola Porro – si quello de Il Giornale la
raièbruttaecattivaperchépubblica – a Raidue, Luca Telese –
si quello che leccava i testicoli a Travaglio – a Mediaset, mentre
il giovincello del gruppo, la scheggia impazzita in quota Lega Nord
Gianluigi Paragone ha ottenuto il sue bel programmino in prima serata
al mercoledì su La7.
Questo basterebbe a
farmi chiudere baracca e burattini, trasferirmi nella Terra del Fuoco
e cominciare un dialogo costruttivo con gli spiriti dei pinguini
esploratori per comprendere il futuro della sinistra intergalattica;
ma visto che Fausto Bertinotti ha declinato il mio invito alla
partecipazione in quest'impresa allora me ne resto spiaggiato sul
divano a sorseggiare Johnnie Walker, cercando maniacalmente la
pubblicità di Barilla sulle coppie omosessuali.
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