mercoledì 19 febbraio 2014

Extraterrestri Digitali - La Gabbia

Torniamo in prossimità di quella cosa sporca e zozza che è la politica, ovviamente in chiave italiota. Come dice Santoro nelle interviste che periodicamente ottiene dal Corriere “va tutto declinato in avanspettacolo per fare ascolti” - un approccio integerrimo da giornalista d'assalto che gli riesce piuttosto istintivo.

Visto che siamo in tema di grandi giornalisti, pensate un po' se una frase del genere l'avesse pronunciata Enzo Biagi – r.i.p – che conduceva il più palloso approfondimento politico dai tempi del De Monarchia, che riusciva in cinque minuti a cavallo fra l'antipasto di mare e le lasagne di tua nonna (non chiedete) a farti desiderare intellettualmente Barbara D'Urso.
Fatto sta, ognuno ha i tempi che si merita – ma questo non è passatismo.

Quest'anno una partita di giro fra i tre principali network televisivi italiani ha visto passare Nicola Porro – si quello de Il Giornale la raièbruttaecattivaperchépubblica – a Raidue, Luca Telese – si quello che leccava i testicoli a Travaglio – a Mediaset, mentre il giovincello del gruppo, la scheggia impazzita in quota Lega Nord Gianluigi Paragone ha ottenuto il sue bel programmino in prima serata al mercoledì su La7.
Questo basterebbe a farmi chiudere baracca e burattini, trasferirmi nella Terra del Fuoco e cominciare un dialogo costruttivo con gli spiriti dei pinguini esploratori per comprendere il futuro della sinistra intergalattica; ma visto che Fausto Bertinotti ha declinato il mio invito alla partecipazione in quest'impresa allora me ne resto spiaggiato sul divano a sorseggiare Johnnie Walker, cercando maniacalmente la pubblicità di Barilla sulle coppie omosessuali.

Ubriaco come uno straccio La Gabbia mi sembra accettabile, una profonda riflessione sui problemi che affliggono la contemporaneità, un platonico dialogare su chi e cosa debba stampare la moneta e soprattutto su chi debba poi spenderla.

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