venerdì 14 marzo 2014

Extraterrestri Digitali: #Reputescion

Vi avevo promesso lo scalpo di Andrea Scanzi e dunque scalpo di Scanzi sia.

Nel naso intasato del digitale extraterrestre italiano ho trovato una caccola fresca che non aspettava altro di essere estratta a mani nude.
Trattasi di #Reputescion, programma di gossip giornalistico condotto dal suddetto cowboy from Arezzo.

Momento markettaro: il programma va in onda da qualche mese il lunedì sera alle 22:00 sul La3 – canale 134 del digitale terrestre.
La3 è quel canale che dopo un plebiscitario referendum sul web ha deciso di autoproclamarsi “always on, accessibile sempre e ovunque. È un canale show & share, con un palinsesto social e tanti protagonisti del web”.

C'è una cosa che ho imparato nella mia vita: se qualcuno tende ad esprimersi attraverso l'inglese del Master Media & Communication dell'Università di San Pizzero il Cazzo o se parla come avesse appena ingoiato un flyer del Reset, di solito, non ha nulla da dire.

Andiamo ora ad analizzare i principali tratti somatici di #Reputescion ed è per questa ragione che partiremo dal fondo schiena.

La Mission

Scanzi comincia le puntate esaltando il folto pubblico con un annuncio che sa di sventura:
Benvenuti a Reputescion, l'unico programma che analizza scientificamente la reputazione online. Tutti vogliono essere opinion leader, noi scopriremo chi lo è veramente”.

Alla parola “scientificamente” – pronunciata da Scanzi con la stessa pompa di Galileo davanti alla Congregazione del Santo Uffizio – i numerosi newtoniani all'ascolto si vengono nelle braghe.
Se in studio fossero presenti dei guerriglieri ceceni si potrebbe pacificamente spiegare a Scanzi che nulla è meno oggettivabile della reputazione.
L'uomo sarà pur misura di tutte le cose ma resta ancora da stabilire quale uomo.


La sentenza scanziana maxima “tutti vogliono essere opinion leader” mostra una volta di più in atto il meccanismo d'indagine della realtà fatto proprio dai fighetti under 40 che affollano le redazioni del Bel Paese e suona più o meno così: io penso X; io sono un uomo; tutti gli uomini pensano X.

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