giovedì 19 giugno 2014

La mattina dopo gli esami

Si è conclusa ieri mattina la prima prova scritta dell'Esame di Stato.
In un passato molto più civile del presente, i riti che sancivano il passaggio all’età adulta prevedevano marchi a fuoco, violente battaglie all’ultimo sangue con animali selvatici, periodi di isolamento forzato nelle foreste. Ma “this is not Sparta” e quindi bisogna confrontarsi con la saggistica di Alberoni.

Tipologia A – Analisi del testo
Ride la ragazza nera sugli aranci di Salvatore Quasimodo.

L'utilità di questa tipologia testuale è indiscutibile, non tanto per testare la preparazione degli studenti liceali, quanto quella della società che andrà ad accoglierli.
Nei giorni che precedono la prima prova, si scatena su giornali e social la corsa alla divinazione&cartomanzia: è quella pratica che viene definito toto-maturità, o toto-esame e consiste nello scovare improbabili ricorrenze storiche che colleghino il presente con un qualsiasi scrittore/poeta degli ultimi duemila anni.
Siamo nel 2014, 2+1+4=7, la parola Montale ha sette lettere – chapeau!

È un esercizio fine a se stesso, visto che da trent'anni a questa parte nessun candidato decide di svolgere la tipologia “Analisi del testo”, senza prima essere stato minacciato di stupro dalla prof. di Italiano.
La ragione è semplice: per quale cazzo di motivo dovrei farmi lo sbatti di studiare gli autori e i poeti della contemporaneità, se posso impiegare le mie poche energie nel saggio breve sulla Tecnologia e l'Amicizia – dove di fatto lo Stato mi implora: “Scrivi qualcosa ti prego! Non importa cosa, basta che mi consegni questo foglio di protocollo imbrattato di inchiostro entro sei ore”.
Altra ragione di titubanza e discredito nei confronti della prova A, sono i sistematici errori grossolani che funzionari non troppo zelanti del Ministero commettono nella stesura delle tracce. Emblematico il caso 2008, quando venne richiesto esplicitamente di indicare a quale donna si riferisse Montale nella poesia proposta, salvo poi scoprire che non c'era nessuna fottutissima donna nel componimento. Panico in sala, perché gli studenti, che mediamente spendono l'ultimo mese della propria vita pre-maturità ad ingurgitare pasticche di Herbalife per aumentare l’estensione cognitiva, non se la sentono affatto di contraddire la traccia.
Altri casi esemplari di abuso alcolico al Ministero: perché Dante e Virgilio lanciano un chiaro segnale gay friendly ai contemporanei?
Perché Manzoni deve morire giovane e in mezzo a mille travagli?
L'Infinito di Leopardi è, secondo molta critica accademica, allegoria di un rapporto orale donna passiva-uomo attivo. Il candidato illustri a partire da espressioni come “siepe”, “ermo colle” e “dolce in questo mare” la concezione primo ottocentesca del cunnilingus marchigiano.

Certo erano i tempi di Suor Gelmini al dicastero per la Scuola, quando fra la costruzione del tunnel per neutrini Freccia rossa direttissimo Ginevra-Gran Sasso, e un esame per avvocati dal dubbio esito, non vi era certo il tempo per dedicarsi con dovizia di particolari alle lettere classiche.

Oggi per fortuna i tempi sono cambiati, abbiamo i fiorentini De Medici al Governo e non i bresciani Balotelli: si #cambiaverso e difatti viene proposto Salvatore Quasimodo.
Non si spaventino i maturandi intenzionati ad affrontare l'analisi testuale: un po' di linguaggio evocativo, ermetico, che si richiama alla purezza nostalgica di un'infanzia “mediterranea”; inserite ad ogni paragrafo un po' di lessico tratto dalle vostre conoscenze faunistiche e floreali di Ragusa e provincia: aironi, aranci, gazze scrosciano nuvole dagli alberi, spine soffiano impetuose verso terre saracene nella ludica sembianza onirica del sagrato erboso. Ed è subito sera.
Più facile di così si muore.

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