Titcoin è una nuova valuta elettronica che fa il verso alla più celebre Bitcoin: consisterebbe nella possibilità di effettuare pagamenti online e presso esercizi commerciali del mondo offline – meglio noto come mondo reale – attraverso fotografie del proprio seno, utilizzabili come contropartita legale in cambio di beni e servizi.
L'annuncio
della nascita di Titcoin, patrocinata e sponsorizzata da Pornhub, ha
scatenato le perversioni dei molti segaioli italici che affollano le
redazioni web dei giornali, sebbene qualcuno avesse fatto notare con
largo anticipo, come le voci diffuse in questa settimane appartengano
per lo più alla categoria
“bufala
cialtrona” che non a quella strettamente giornalistica di “Fact
checking”.
Per
immaginare la genesi, la vita e il futuro di Titcoin, prendiamo
dunque in prestito le parole del filosofo prussiano Friedrich Hegel,
quando in piena maturità intellettuale sostenne che “il cazzeggio
è la preghiera mattutina dell'uomo moderno”.
Perché
nasce Titcoin?
Ammesso
e non concesso che la pratica del mostrarsi ignuda
in
cambio di cash o potere non fosse già condotta con discreto successo
— ad esempio all'interno di quell'estenuante iter politico che
conduce all'assegnazione di alcuni dicasteri — le origini di questa
modalità di pagamento hanno radici che affondano nel passato.
Non
stiamo parlando del “mestiere più antico del mondo”, ma di
quella sterminata milizia di video porno finto-amateur che costellano
l'universo Pornhub e altri portali di settore: PublicAgent,
FakeAgent, FakeTaxi, Czech Streets, Casting couch, Public pickups
— eterogenea
collezione di filmati realizzati secondo un plot di base sempre
identico.
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