domenica 15 giugno 2014

Titcoin è una moneta del cazzo

Non è il frutto della fantasia malata di un eremita giapponese in esilio nella Silicon Valley: Satoshi Nakamoto o altri samurai dell'era digitale che si dilettano a botte di katane logaritmiche questa volta non c'entrano.

Titcoin è una nuova valuta elettronica che fa il verso alla più celebre Bitcoin: consisterebbe nella possibilità di effettuare pagamenti online e presso esercizi commerciali del mondo offlinemeglio noto come mondo realeattraverso fotografie del proprio seno, utilizzabili come contropartita legale in cambio di beni e servizi.

L'annuncio della nascita di Titcoin, patrocinata e sponsorizzata da Pornhub, ha scatenato le perversioni dei molti segaioli italici che affollano le redazioni web dei giornali, sebbene qualcuno avesse fatto notare con largo anticipo, come le voci diffuse in questa settimane appartengano per lo più alla categoria bufala cialtrona” che non a quella strettamente giornalistica di “Fact checking”.


Per immaginare la genesi, la vita e il futuro di Titcoin, prendiamo dunque in prestito le parole del filosofo prussiano Friedrich Hegel, quando in piena maturità intellettuale sostenne che “il cazzeggio è la preghiera mattutina dell'uomo moderno”.


Perché nasce Titcoin?
Ammesso e non concesso che la pratica del mostrarsi ignuda in cambio di cash o potere non fosse già condotta con discreto successo — ad esempio all'interno di quell'estenuante iter politico che conduce all'assegnazione di alcuni dicasteri — le origini di questa modalità di pagamento hanno radici che affondano nel passato.
Non stiamo parlando del “mestiere più antico del mondo”, ma di quella sterminata milizia di video porno finto-amateur che costellano l'universo Pornhub e altri portali di settore: PublicAgent, FakeAgent, FakeTaxi, Czech Streets, Casting couch, Public pickupseterogenea collezione di filmati realizzati secondo un plot di base sempre identico.

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