Gli editoriali di Sallusti (si, sa
scrivere se ve lo state chiedendo) sono come i pompini con ingoio: ti
piace subirli passivamente ma non puoi fare a meno di chiederti quale
persona moralmente integra sia disposta a sottomettersi in cotanta
maniera.
Di solito ne leggo uno all'anno per
paura delle malattie infettive, di cui la penna del Sallustio poeta
sembra essere portatrice sana.
Proprio ieri all'ora di pranzo il
nostro caro amichetto dalla verga facile ci ha regalato l'ultima
opera
letteraria, che tanta fatica e sudore gli è costata.
Uno scampolo di prosa tristerrima in
cui il direttore ci spiega che cosa sta accadendo in Italia.
Primo: c'è chi vuole cambiare il paese
come il padroncino/datore di lavoro Silvio assieme ai neo acquisiti
amici pro tempore, Grillo e Renzi – il che per quanto mi riguarda è
sufficiente a dare un giudizio completo sulle due persone. Se
piacciono a Sallusti allora a me fanno cagare. Punto.
Secondo: c'è l'Italia che guarda solo
al passato e ha paura del giudizio degli elettori, arroccata su
posizioni ideologiche estreme; di questa Italia fanno parte il
Quirinale, una quota dei grillini, la sinistra giustizialista e
quella antiberlusconiana, Letta, Alfano e i vari ministri di cui non
ricorda il nome. Una bella armata Brancaleone coesa che esiste solo
nella mente persecutoria dei redattori del Giornale.
Terzo: Alfano vuole la testa del super
direttore, con atteggiamento “mafiosetto”, perché concepisce
l'informazione come una “cosa propria”.
Sarò sincero, non pensavo di vivere
così a lungo, vedere Sallusti erigersi a difensore della libertà di
stampa contro il Potente di turno che lo vuole sacrificare
sull'altare dell'obbedienza. Ora sto godendo.
Un vero peccato che abbia scoperto così
tardi questa personale velleità anarco-liberale, avrebbe fatto
comodo in passato avere qualche zerbino in meno e qualche giornalista
in più, disposto a finire alla sbarra in nome della verità.
Scopro anche che Alfano è dotato di
volontà propria, cosa che mi lascia di stucco perchè nessuno mi
aveva preparato ad una notizia così sconvolgente.
Che poi Alfano minacci chicchessia già
di per sé è motivo di ilarità generale, visto che come noto anche
i nipotini lo prendono a cinghiate sul culo quando alza troppo la
cresta e fa il fenomeno alle cene di Natale.
L'editoriale si conclude con
un'apocalittica previsione che puzza di leccatina “o il
centrodestra rimarrà berlusconiano o sarà morto” e con una
terribile dichiarazione di autonomia: “...lo sosterremo con forza,
per nulla impauriti da ridicole minacce”.
Sapete che vi dico? Meglio i pompini
con ingoio.
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