martedì 15 ottobre 2013

From Sallusti With Love

Gli editoriali di Sallusti (si, sa scrivere se ve lo state chiedendo) sono come i pompini con ingoio: ti piace subirli passivamente ma non puoi fare a meno di chiederti quale persona moralmente integra sia disposta a sottomettersi in cotanta maniera.

Di solito ne leggo uno all'anno per paura delle malattie infettive, di cui la penna del Sallustio poeta sembra essere portatrice sana.

Proprio ieri all'ora di pranzo il nostro caro amichetto dalla verga facile ci ha regalato l'ultima opera letteraria, che tanta fatica e sudore gli è costata.

Uno scampolo di prosa tristerrima in cui il direttore ci spiega che cosa sta accadendo in Italia.

Primo: c'è chi vuole cambiare il paese come il padroncino/datore di lavoro Silvio assieme ai neo acquisiti amici pro tempore, Grillo e Renzi – il che per quanto mi riguarda è sufficiente a dare un giudizio completo sulle due persone. Se piacciono a Sallusti allora a me fanno cagare. Punto.

Secondo: c'è l'Italia che guarda solo al passato e ha paura del giudizio degli elettori, arroccata su posizioni ideologiche estreme; di questa Italia fanno parte il Quirinale, una quota dei grillini, la sinistra giustizialista e quella antiberlusconiana, Letta, Alfano e i vari ministri di cui non ricorda il nome. Una bella armata Brancaleone coesa che esiste solo nella mente persecutoria dei redattori del Giornale.

Terzo: Alfano vuole la testa del super direttore, con atteggiamento “mafiosetto”, perché concepisce l'informazione come una “cosa propria”.

Sarò sincero, non pensavo di vivere così a lungo, vedere Sallusti erigersi a difensore della libertà di stampa contro il Potente di turno che lo vuole sacrificare sull'altare dell'obbedienza. Ora sto godendo.

Un vero peccato che abbia scoperto così tardi questa personale velleità anarco-liberale, avrebbe fatto comodo in passato avere qualche zerbino in meno e qualche giornalista in più, disposto a finire alla sbarra in nome della verità.

Scopro anche che Alfano è dotato di volontà propria, cosa che mi lascia di stucco perchè nessuno mi aveva preparato ad una notizia così sconvolgente.
Che poi Alfano minacci chicchessia già di per sé è motivo di ilarità generale, visto che come noto anche i nipotini lo prendono a cinghiate sul culo quando alza troppo la cresta e fa il fenomeno alle cene di Natale.

L'editoriale si conclude con un'apocalittica previsione che puzza di leccatina “o il centrodestra rimarrà berlusconiano o sarà morto” e con una terribile dichiarazione di autonomia: “...lo sosterremo con forza, per nulla impauriti da ridicole minacce”.


Sapete che vi dico? Meglio i pompini con ingoio.

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