La notizia della strabiliante
affermazione sul mercato globale di Playstation4
nei primi due trimestri del 2014, annunciata in prima battuta da Sony
e rilanciata in Italia all'inizio di agosto da International
Business Times e più recentemente da Il
Post, merita alcune considerazioni.
Tralasceremo i ritratti da agiografia
degli esperti marketing e comunicazione di Sony, eviteremo di
approfondire il tema del turbo-capitalismo-giapponese-Tokio drift
che non conosce pause pasti,
rinunceremo a cercare di comprendere quali ragioni spingano un
lavoratore padre di famiglia, una donna in carriera o uno studentello
che ha preso troppo sul serio gli aforismi sull'ozio, a spendere 400
euro in una console di plasticone che ottiene il triplice effetto di
rincoglionire, trasformare in un potenziale stragista il fruitore e
divorare le risibili scorte di petrolio di cui l'umanità dispone.
Preferiamo
concentrarci sugli aspetti critici della vicenda, messi in luce nelle
ultime settimane dalla stampa nipponica e dall'azienda autoctona del
paese del Sol levante.
L'annuncio
delle vendite è fornito direttamente dalla dirigenza Sony
Parrebbe
un po' come andare a chiedere all'oste dettagli sulle qualità
organolettiche del Vermentino che sta spacciando per Dom Pèrignon
dell'86, giustificando in tal senso il prezzo à
la carte
da Lamborghini LP 620-2 Super Trofeo mentre estrae la carta di
credito dell'attonito cliente, con un sorriso sulle labbra che
assomiglia a un ghigno mefistofelico.
Oppure
come domandare al marinaio di Fiumicino le misure dell'ultima cernia
gigante con cui ha avuto a che fare in mare aperto, nel bel mezzo
della Tempesta Perfetta, mentre le onde ululano potenti e il capitano
Achab chiede disperatamente l'aiuto dell'esperto lupo di mare del
litorale laziale.
O
ancora, come chiedere a un'azienda produttrice di console quante ne
ha smerciate – che è poi il nostro caso.
Sistemi
di conteggio alternativi dei pezzi venduti non ne esistono, a meno di
non voler creare appositi nuclei operativi di tecnopolizia
da distopia orwelliana, con l'ingrato compito di sfondare porta a
porta nelle case dei consumatori per mappare la diffusione virale di
PlayStation; tuttavia il metodo attuale puzza leggermente di
conflitto d'interessi, posto che nessun commerciante ha mai risposto
“di merda” alla domanda “come vanno gli affari nel secondo
trimestre?”.
“Abbiamo
paura di aver saturato il mercato”
Con
questa frase Shuhei Yoshida – capo della divisione sviluppo
videogiochi per PlayStation – ha espresso il proprio terrore per le
vendite future.
Una
preoccupazione legittima che prende spunto dal noto aforisma di Fabri
Fibra: “Facciamo una
scopata mentre pensiamo alla prossima”
(album Mr. Simpatia,
2004), tramutandolo in un concetto cardine del mercantilismo.
Peraltro
Yoshida non considera la pur remota possibilità di un unico
compratore con spiccata propensione al consumo marginale di sostanze
stupefacenti, collezionista e feticista del prodotto Sony, tanto da
aver acquistato in più tornate ognuno dei dieci milioni di
prototipi.
In
questo ipotetico contesto il mercato sarebbe da considerarsi vergine,
per la gioia degli azionisti in botta da ferormoni e dividendi,
pronti a calarsi in pantaloni e farsi l'ennesimo giro di giostra
sulle chiappe dei nerd di mezzo globo.
Il
più grande successo commerciale di una console nella memoria recente
Tecnicamente
non esiste una memoria “remota” del commercio di console, sarebbe
come se Meucci si fosse vantato di aver realizzato il primo scherzo
telefonico.
Sony
non sa spiegarsi il motivo del successo
“Siamo
talmente fighi da non riuscire a giustificarcelo”: questo
dovrebbero recitare i comunicati stampa dell'azienda.
Il
mondo è così privo di un senso ultimo, di un faro in grado di
illuminare il percorso che conduce sull'impervio sentiero del
profitto e degli affari.
Sembra
quasi di vedere gli investitori istituzionali di Sony mentre
sguazzano nei playdollari
afflitti dal terribile morbo nichilista, urlando alla luna tutta la
loro disperazione con le parole del poeta “Dio è morto nelle
pareti di MediaWorld, Dio è morto”, per sfogare l'impeto
dionisiaco in un politeismo pagano, le cui divinità prendono il nome
dalle valute dei singoli stati nazionali.
To earn or not
to earn. That is the question.
Non
abbiamo un Customer profile definito
Questa
attenzione al cliente quasi imbarazza: occorre implementare indagini
di mercato approfondite nel dettaglio, che partano dall'enumerazione
dei peli pubici dell'ipotetico e potenziale consumatore occidentale,
per giungere infine a veri e propri interrogatori forzosi presso le
casse dei centri commerciali. Al momento di pagare il commesso
dovrebbe estrarre un modulo spesso come L'Ulisse
di Joyce, da compilare per interno in cambio di un visto di rilascio.
Tra
i documenti da consegnare controfirmati sono previste una serie di
scartoffie che autorizzino Sony Corporation ad indagare liberamente
nel casellario giudiziale, nelle cartelle esattoriali e fra le
natiche del partner – oltre ad una liberatoria nella quale si
rinuncia spontaneamente
al diritto d'autore sulla propria vita, da vendersi in formato eBook
su Amazon alla modica cifra di 9.99$.
Alla luce delle varie preoccupazioni che attanagliano Sony, l'azienda ha fatto sapere di voler istituire nel terzo e quarto trimestre 2014 degli speciali "squadroni della morte", con il compito di bloccare la pandemia di PlayStation.
Si accetteranno volontari e mercenari divisi per mansione: spaccare le PlayStation con rastrellamenti notturni a campione; spaccare le centrali idroelettriche che forniscono energia alle nostre metropoli per renderne obsoleto l'acquisto; spaccare la testa a chiunque sia trovato in possesso anche solo di una ricevuta del 2003 emessa da un Apple Store.
In questo clima un po' Blade Runner e un po' fratelli Wachowski andrà consumandosi l'epico scontro finale fra l'Uomo e la Macchina.
E se non dovesse funzionare, dalla sezione Sviluppo Nuove Idee di Sony e dal Ministero della Propaganda di Tokyo, fanno sapere che è comunque un'ottima sceneggiatura, un po' trita ma il mercato risponde sempre affermativamente ai grandi classici.
Nessun commento:
Posta un commento